Io resto re dei miei dolori by Philippe Forest

Io resto re dei miei dolori by Philippe Forest

autore:Philippe Forest [Forest, Philippe]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fandango
pubblicato: 2023-07-19T22:00:00+00:00


ATTO III

IL LEONE E IL TOPO

The marigold, that goes to bed with the sun,

And with him rises weeping

The Winter’s Tale, IV, 4

III.1.

La scena del terzo atto è simile a quella del primo. Al punto che lo spettatore potrebbe inizialmente ingannarsi. Gli ci vogliono alcuni secondi prima di realizzare che un certo numero di dettagli sono stati cambiati per fargli capire che l’azione si è di nuovo spostata. Anche se è del tutto verosimile che, per comodità o ragioni di natura economica, lo scenografo si sia accontentato di riutilizzare la maggior parte degli elementi che figuravano prima sul palco. Dalla finestra sul fondo – il bow-window quindi – si vede un altro paesaggio di campagna inglese. I muri adesso sono interamente ricoperti di libri. Al posto di tutti quelli che li affollavano prima, solo un quadro è invece visibile: un dipinto antico cui nessuno ha per ora motivo di prestare particolare attenzione. I mobili – forse sono gli stessi – sono stati disposti diversamente. Un grande tappeto è stato srotolato in primo piano. Il gioco delle luci fa il resto e completa l’illusione.

Poche parole di didascalia sarebbero sufficienti a spiegare tutto: “La scena si svolge nella biblioteca del castello di Chequers, la residenza secondaria messa a disposizione dei Primi ministri del Regno Unito, là dove ha appena avuto luogo l’ultima seduta di posa necessaria a realizzare il ritratto che rappresenta il capo del governo di Sua Maestà”. Ma questa semplicissima informazione che sarebbe ben più comodo fornire al pubblico in questa forma – ammettiamolo –, l’autore dovrà invece riuscire a infilarla in qualche modo nel dialogo.

I due attori sono di nuovo vestiti come al loro primo ingresso in scena: il modello, con il suo eterno completo in tessuto nero finemente rigato di bianco e papillon assortito; il pittore, con lo stesso costume che aveva all’inizio.

La tela è lì, al centro della scena. Naturalmente, continua a non vedersi niente di quello che rappresenta – e lo spettatore, un po’ infastidito, comincia a chiedersi se la vedrà mai. È stata infilata in quella che da lontano sembra una gigantesca cartella da disegno adeguata alle sue dimensioni. L’artista sta raccogliendo la sua attrezzatura, mette a posto le sue cose. Quanto al modello, finalmente libero dall’obbligo di stare immobile in poltrona, si sgranchisce le gambe, va avanti e indietro sul palco. Con il bicchiere in mano e il sigaro in bocca – com’era prevedibile.



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